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Glossario dei termini del web marketing

Con l’avvento del web marketing sono andati diffondendosi un gran numero di termini di cui spesso non si conosce l’esatta definizione. Frequentemente capita di imbattersi in anglicismi o sigle e per questo motivo vi proponiamo un glossario che sciolga gli eventuali dubbi sul significato.

Performance Marketing: Permette all’azienda di remunerare per ogni campagna pubblicitaria in base ai risultati ottenuti, vale a dire – appunto – le performance. Si basa su un accordo preso tra l’azienda e i fornitori e presenta diverse varianti che illustreremo di seguito.

CPA: l’acronimo sta per Cost Per Action o Cost Per Acquisition, letteralmente costo per azione o per acquisizione. Questo tipo di pagamento parte nel caso in cui viene completata una determinata azione, come un acquisto, la compilazione di un modolo o, ancora, l’iscrizione alla newsletter. Per calcolarlo è necessario dividere il costo della campagna pubblicitaria per il numero di azioni completate grazie ad essa.

CPC: vale a dire Cost Per Click. Il pagamento è generato per ogni singolo click effettuato sull’annuncio mostrato. Ovviamente vale per qualunque natura dell’annuncio, che sia un banner su un sito, tramite un’e-mail, sul web, tramite link e così via. Se non viene definito diversamente da principio, il CPC si calcola dividendo i costi della campagna per il numero dei click che genera.

CPC maximum: con questa espressione si intende la cifra massima che l’advertiser è disposto a pagare per ogni click sul proprio annuncio.

CPD: ossia Cost Per Download. Questo tipo di pagamento si basa sul numero di download, quindi il numero di volte in cui viene scaricato. Si può trattare ad esempio di un software, di un aggiornamento ma in realtà, più propriamente, si basa sulle volte in cui l’annuncio viene caricato dalla connessione.

CPL: la sigla sta per Cost Per Lead, cioè costo per contratto. Si tratta di un metodo di pagamento basato sull’attuazione di una specifica azione concordata in precedenza. Queste possono essere il completamento di un form o l’iscrizione alla newsletter. Questa tecnica è adottata principalmente per quei settori in cui la vendita online non è possibile.

CPI: il Cost Per Impression è stato il primo metodo di vendita ma adesso è caduto in disuso. Il concetto è simile a quello dei media tradizionali e si basa sull’esposizione, vale a dire il numero di volte in cui l’annuncio viene mostrato.

CPM: con questa sigla si intende il costo per mille impressioni, noto anche come CPT (Cost Per Thousand). In sintesi il pagamento avviene ogni mille volte in cui l’annuncio viene mostrato. Le campagne che utilizzano questo metodo sono definite anche Pay Per View (PPV).

CPM maximum: come il CPC maximum, rappresenta il massimo pagamento che si è disposti a sborsare per 1000 impressioni.

CPS: Cost per Sale o Pay per Sale (PPS). Il metodo di pagamento si basa sul numero di vendite ed è particolarmente usato nelle campagne marketing basate sull’affiliazione. Rappresenta un tipo di pagamento che sta ottenendo grande successo grazie alla possibilità di pagare esclusivamente quando si ha come tornaconto una vendita.

Display Advertising: Si tratta di una campagna pubblicitaria fatta con un banner, con un rich media o qualcosa di simile. Ha per targeting le reti di contenuto, quindi gli annunci sono nelle directory di Google, Virgilio, Yahoo e similari..

Brand awareness: Con questa definizione si intende il grado di conoscenza del marchio. Per tale motivo, le campagne pubblicitarie volte ad aumentare la brand awareness si impegnano nel rendere il più famoso possibile il marchio. Rappresenta una delle principali attività da compiere nella fase iniziale dell’attività. Non bisogna dimenticare infatti quanto possa essere importante la conoscenza di un brand nella valutazione della sua qualità. Conoscere un marchio si riflette in maniera più che positiva nel comportamento dell’acquirente. Viene da sè che il potenziale cliente preferisca acquistare un prodotto di cui ha sentito parlare o del quale gli sia rimasto impresso il nome invece di uno totalmente sconosciuto.

Brand reputation: Strettamente legata alla conoscenza, ma si pone su un livello più alto. La reputazione di un marchio su internet è, ovviamente, piuttosto importante e per tale motivo va controllata periodicamente. Per farlo è sufficiente monitorare la situazione, ad esempio utilizzando le parole chiave, facendo ricerche su Google od altro motore di ricerca oppure, ancora, utilizzando specifici software creati proprio per facilitare queste operazioni.

DEM: Si tratta dell’acronimo di direct e-mail marketing. Come già si può comprendere dal nome, consiste in un sistema di marketing che usa la posta elettronica per veicolare un messaggio pubblicitario.

SEM: Vale a dire il Search Engine Marketing. Si tratta di una branca del marketing estremamente importante. Comprende tutte le attività che sono volte a generare traffico qualificato sul sito per il quale si opera. In sintesi sono tutte quelle strategie attuate sul motore di ricerca che sono in grado di portare sul sito web il maggior numero di utenti interessati ai contenuti pubblicati.

SEO: La sigla significa Search Engine Optimizzation e punta all’ottimizzazione sui motori di ricerca. In altre parole, le strategie SEO si concentrano per portare in alto il sito nella SERP, ossia la pagina dei risultati di ricerca. Punta a dare, quindi, visibilità al sito, una delle caratteristiche principali da considerare quando si vuole operare su internet, che si tratti o meno di un sito e-commerce.


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